Position Paper

Efficienza e comfort: calcolo dinamico orario

Position paper ANDIL sul calcolo dinamico orario EN ISO 52016

TRA EFFICIENZA ENERGETICA E COMFORT ABITATIVO, SCELGO ENTRAMBI

Il tema dell’efficienza energetica in edilizia è ampiamente dibattuto da diversi anni, per effetto degli alti consumi energetici delle abitazioni. Gli edifici sono, infatti, responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2 in Europa. Da qui, la forte attenzione dell’Unione Europea al tema dell’efficienza energetica in edilizia, che ha iniziato un percorso in tal senso nel 2002 con la direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia, per poi introdurre nel 2010 con la Direttiva 2010/31/UE gli edifici nZEB (near Zero Energy Building), ovvero a “energia quasi nulla”, recentemente rivista con la direttiva UE 2018/844. La classificazione energetica è stata introdotta nel lontano 2005 col D.Lgs 192 [1] , ma è anche grazie agli incentivi fiscali ed al riconoscimento del mercato immobiliare al maggior valore di una casa in classe A, che fa parte oggi del nostro quotidiano. Tutti, però, siamo portati ad associare l’efficienza energetica all’isolamento invernale, anche perché è questo il modello di edificio a basso consumo proposto dalle direttive comunitarie, avendo in mente, per questioni climatiche, il solo tema del consumo invernale. Peraltro, l’Italia, pur in un contesto climatico diverso, ne ha recepito le impostazioni, non preoccupandosi dei consumi estivi, che sono invece preminenti per il clima mediterraneo. Mentre, dunque, per la maggior parte dei Paesi europei è prioritario difendersi dal freddo, la stessa ricetta non può funzionare in Italia. Con temperatura che in estate sfiorano per lunghi periodi i 40 gradi, è chiaro che in Italia il tema è più complesso e all’isolamento dal freddo, meno pungente che in Nord Europa, deve essere affiancata una particolare attenzione anche alla questione estiva. È evidente che il ricorso all’iper-isolamento determina una maggior difficoltà a smaltire i carichi interni, soprattutto durante l’estate. Pertanto, se si vogliono mantenere elevati livelli di comfort termo-igrometrico, occorre preoccuparsi anche delle prestazioni estive dei materiali e dei sistemi di involucro (pareti e coperture) ventilati o aventi capacità di accumulo termico, altrimenti – cosa che succede sistematicamente – si fa ricorso ai condizionatori, che di energia elettrica sono grandi consumatori..

Inerzia termica

Comportamento dell’involucro con rivestimento interno che non soddisfa i CAM (a) e involucro con rivestimento interno che soddisfa i CAM (b)Unità Virtuali Abilitate (UVA), modalità di partecipazione

[1] Attualmente sono vigenti i tre DM 26 giugno 2015 sull’efficienza energetica negli edifici che (1) definiscono le nuove metodologie di calcolo e i requisiti minimi, (2) gli schemi di relazione tecnica di progetto e (3) la certificazione energetica.

Che senso ha parlare di edifici Nzeb se poi occorre installare a posteriori un climatizzatore perché non si è tenuto della prestazione estiva?

È evidente che la normativa tecnica (DM sui requisiti minimi del 2016) non tiene conto appieno della prestazione estiva – il limite posto alla trasmittanza periodica non consente la valorizzazione dei prodotti con effetti sulle prestazioni estive degli edifici –, né il progettista viene sufficientemente supportato nel considerare nei propri calcoli la variabile tempo, senza la quale non si tiene conto delle dinamiche di trasmissione dei flussi termici. Qualcosa si inizia a muovere in tal senso, ed è arrivato il momento di accelerare con la valutazione dinamica oraria che porterà alla valutazione del reale fabbisogno energetico per riscaldamento e per raffrescamento dell’edificio ed alla verifica delle condizioni di comfort all’interno degli ambienti, valorizzando il comportamento inerziale dell’involucro e/o delle pareti e coperture ventilate. Nel luglio 2017 è stata infatti pubblicata la norma EN ISO 52016 [2] , basata sul calcolo dinamico orario, andando oltre il metodo quasistazionario di cui alle UNI TS 11300, che verrà definitivamente superata quando saranno pubblicate anche le appendici nazionali, sempreché il legislatore – come si auspica – vorrà prediligere il metodo dinamico orario per la certificazione energetica. In attesa della citata evoluzione tecnico-normativa, il tema dell’efficienza energetica associata al comfort termo-igrometrico è oggi affrontato dai cosiddetti CAM, ovvero i Criteri Ambientali Minimi che il Ministero dell’Ambiente, in primis, ha adottato per gli appalti pubblici. Uno strumento, dunque, di green public procurement che possa essere un utile riferimento anche per l’edilizia privata. I CAM impongono, infatti, per gli appalti pubblici cosiddetti verdi, la verifica di altre prestazioni termiche, quali la capacità termica areica per i muri o la temperatura operante, dell’indice di riflessione termica per l’isola di calore e tendono a previlegiare la ventilazione naturale. Questo perché si è andati oltre l’efficienza energetica pura, integrandola col rispetto ambientale e col benessere abitativo. Principi assolutamente validi e condivisibili, proprio perché in Italia il clima è mite e più che difendersi da esso, isolando o iper-isolando, occorrerebbe interagire con esso, sfruttando le variazioni termiche del giorno e della notte o delle stagioni. Ecco quindi, che al di là delle norme, l’industria dei laterizi e della ceramica ha proposto un modello di casa mediterranea i cui principi, enunciati in un apposito manifesto, guardano al comfort estivo ed invernale, privilegiando materiali inerti e non inquinanti, dall’alta durabilità.

Blocchi ad alto isolamento ma con elevata capacità termica sono già sul mercato, e per le tegole?

Per le tegole, c’è il tetto ventilato che può svolgere un ruolo importante nel ridurre il passaggio del calore del sole dalle tegole verso la struttura del tetto e, di conseguenza, verso gli ambienti interni, in quanto il movimento dell’aria dissipa una parte del calore dovuto alla radiazione solare. Questo effetto di convezione naturale può essere migliorato aumentando la permeabilità all’aria tra le tegole, modificandone la forma senza alterarne l’estetica originaria. Ad oggi, nonostante sia risaputo che pareti e coperture ventilate rappresentano ottimi sistemi passivi per limitare il dispendio energetico estivo e mantenere il comfort ideale, non esistono normative che tengono adeguatamente conto di tale sistema.
Nonostante ciò la copertura ventilata può essere annoverata tra le migliori soluzioni per l’isolamento termico passivo nei climi caldi.

[2] La norma UNI EN ISO 52016-1:2018 è disponibile dal 1° marzo 2018.

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